CEI, un’alleanza sociale per promuovere la cultura della vita

Vatican News

La Conferenza Episcopale Italiana ha pubblicato il Messaggio per la 47.ma Giornata nazionale per la vita, che verrà celebrata il 2 febbraio 2025, sul tema “Trasmettere la vita, speranza per il mondo. I vescovi del Consiglio episcopale permanente invitano ad un’alleanza che rilanci il valore della maternità e della paternità, che favorisca “l’impegno legislativo degli Stati per rimuovere le cause della denatalità con politiche familiari efficaci e stabili nel tempo”

Ma si chiedono: “quale futuro c’è per una società in cui nascono sempre meno bambini?”. E poi “il riconoscimento del “diritto all’aborto” è davvero indice di civiltà ed espressione di libertà?” La scelta della donna che interrompe la gravidanza è “veramente libera, o non è piuttosto costretta a una decisione drammatica da circostanze che sarebbe giusto e “civile” rimuovere?”. E infine “quale futuro c’è per un mondo dove si preferisce percorrere la strada di un imponente riarmo piuttosto che concentrare gli sforzi nel dialogo e nella rimozione delle ingiustizie e delle cause di conflitto?”. La risposta della Cei è che “abbandonare uno sguardo di speranza, capace di sostenere la difesa della vita e la tutela dei deboli, cedendo a logiche ispirate all’utilità immediata, alla difesa di interessi di parte o all’imposizione della legge del più forte, conduce inevitabilmente a uno scenario di morte”.

L’Italia dei pochi figli e troppi “pets”

Segue nel Messaggio l’analisi di un Paese, l’Italia, con “pochi figli e troppi ‘pets’”, nel quale si registra “da anni un costante calo delle nascite, che preoccupa per le ricadute sociali ed economiche a lungo termine”. E dove alcune indagini “registrano anche un vistoso calo del desiderio di paternità e maternità nelle giovani generazioni, propense a immaginare il proprio futuro di coppia a prescindere dalla procreazione di figli. Altri studi rilevano un preoccupante processo di “sostituzione”: l’aumento esponenziale degli animali domestici”.

Aborto, rinuncia ad accogliere. I Centri di aiuto alla vita

Si constata poi “la rinuncia ad accogliere la vita”, con lo sviluppo, dovuto ad alcune interpretazioni della legge 194/78, nella coscienza di molti, della “scarsa o nulla percezione della gravità dell’aborto” tanto “da farlo passare per un ‘diritto’, mentre la difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano”. E i vescovi italiani lamentano che “restano largamente inapplicate quelle disposizioni” della legge 194/78 tese a “favorire una scelta consapevole da parte della gestante e a offrire alternative all’aborto”. Segnalando che “i Centri di Aiuto alla Vita, che in 50 anni di attività in Italia hanno aiutato a far nascere oltre 280.000 bambini”.

Genitori ad ogni costo? La strada di affido e adozione

Infine il Messaggio per la Giornata nazionale per la vita segnala il fenomeno, sempre più frequente, “del desiderio di diventare genitori a qualsiasi costo, che interessa coppie o single, cui le tecniche di riproduzione assistita offrono la possibilità di superare qualsiasi limitazione biologica, per ottenere comunque un figlio, al di là di ogni valutazione morale”. E invitano ad accompagnare le persone che avvertono la mancanza di figli “a una generatività e a una genitorialità non limitate alla procreazione, ma capaci di esprimersi nel prendersi cura degli altri e nell’accogliere soprattutto i piccoli che vengono rifiutati, sono orfani o migranti “non accompagnati”. Un ambito che richiede “una più puntuale regolamentazione giuridica, sia per semplificare le procedure di affido e adozione che per impedire forme di mercificazione della vita e di sfruttamento delle donne come ‘contenitori’ di figli altrui”.