CEI: corresponsabilità e comunione in risposta alle “fratture” della pandemia

Vatican News

Antonella Palermo – Città del Vaticano

E’ stata tutta concentrata sulle ripercussioni e le sfide poste dalla pandemia in corso l’introduzione del cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ai lavori della sessione invernale del Consiglio permanente dei vescovi italiani apertosi in mattina in videoconferenza. Dopo aver ringraziato ancora per le numerose preghiere per la sua guarigione dal Covid-19 e aver rivolto un saluto al cardinale Crescenzio Sepe che, proprio a causa del ricovero per il coronavirus non ha potuto partecipare, il pensiero di Bassetti è andato a quanti stanno patendo, nel corpo e nello spirito, le conseguenze della pandemia, alle vittime e ai loro familiari. Vicinanza è stata espressa soprattutto per gli emarginati.

Il compito dei Pastori è innanzitutto opera di riconciliazione

In questo tempo, la strada che il Signore ci apre è quella della riconciliazione, ha detto Bassetti, a più livelli: tra i fratelli, in politica, con la scienza. Ha invocato collaborazione e solidarietà; la ricucitura del tessuto sociale “lacerato dalle fatiche economiche e sociali”; l’acquisizione “responsabile delle conquiste come reale contributo al benessere di tutti”. La paternità di San Giuseppe è l’orizzonte dell’essere Chiesa oggi, secondo il cardinale. Vivere con amore e tenerezza nelle piaghe dei vissuti lacerati dalla pandemia. Questo l’invito del porporato, che ricorda l’Anno speciale dedicato allo Sposo di Maria, e ringrazia per l’Anno di riflessione sull’Amoris Laetitia che comincerà il 19 marzo. La Chiesa ha pure il volto di mamma, come già sottolineava il Santo Padre nel discorso rivolto ai vescovi a Firenze cinque anni fa, parole che Bassetti torna oggi a citare: «Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa».

La classe politica collabori al servizio dei cittadini

“La Chiesa – ricorda Bassetti – non è di questa o di quell’altra parte. Quello che ci sta a cuore è il bene di ogni persona e di ognuno insieme agli altri, quello di cui c’importa è la vita delle persone, quello che sosteniamo è il nostro Paese”. E qui invita a seguire “con attenzione e preoccupazione alla verifica politica in corso, in uno scenario già reso precario dalla situazione che stiamo vivendo”. L’auspicio è che “la classe politica collabori al servizio dei cittadini, uomini e donne, che ogni giorno, in tutta Italia, lavorano in operoso silenzio e che si giunga a una soluzione che tenga conto delle tante criticità”.

I vescovi siano interpreti delle fragilità

Nella sua introduzione alla sessione invernale del Consiglio CEI, il Presidente Bassetti invita i vescovi a farsi “interpreti ed essere voce delle molteplici fragilità, perché nessuno sia lasciato solo”. Il porporato esprime preoccupazione per i prossimi mesi che – dice – saranno cruciali per la ricostruzione del sistema-Paese. E’ questo un tema su cui la CEI intende dare il suo contributo progettuale. E passa in rassegna le “fratture” che hanno investito, e stanno investendo tuttora, gli ambiti fondamentali della nostra vita ordinaria.

La frattura sanitaria: il dovere di proteggere l’altro

La riflessione di Bassetti non trascura il tema vaccini anti-COVID e il “rischio di perdere l’orientamento” di fronte alle molteplici voci, spesso in conflitto tra loro, che a questo proposito si sono levate da più parti. Invita i credenti a usare discernimento nel dovere di informarsi, per “distinguere tra una fondata ricerca scientifica e un’opinione frutto di una condivisione sui social network” e nel dovere di proteggere non solo se stessi ma anche gli altri. “Tutto è connesso – precisa – e il comportamento del singolo influisce sul bene della comunità”. Esprimendo fiducia nell’efficacia del vaccino anti-Covid-19, il cardinale ha sottolineato che “grazie alla vaccinazione vi sono i presupposti per far sì che un atto di protezione individuale possa divenire strumento di protezione collettiva”.

La frattura sociale: il bisogno di un “vaccino del cuore”

Bassetti prosegue rivolgendosi alle Istituzioni e alle agenzie educative tutte, nella speranza che prendano in seria considerazione i fenomeni allarmanti della solitudine, dell’isolamento sociale, dell’aumento delle malattie legate al disagio mentale, dell’impennata di suicidi. “I giovani, gli anziani, le persone con disabilità, le persone vulnerabili sono le prime vittime di queste infermità dell’anima”, denuncia e indica la necessità di “sviluppare un vaccino per la salute della mente o, come l’ha chiamato il Santo Padre, un vaccino per il cuore, i cui elementi costitutivi siano principi veramente attivi e vitali, come il rispetto, la gratitudine, l’altruismo, l’empatia, il sapere, il conoscere… I loro effetti, una volta entrati nel nostro animo, aumentano la capacità relazionale del prendersi cura di sé e degli altri”.

La frattura delle nuove povertà: gli indebitati arrivano a oltre sette milioni

Bassetti definisce “deflagranti” i dati sulla situazione socio-economica in cui si trova l’Italia. Lamenta che una serie di problemi di carattere strutturale, conosciuti da tempo, sono stati a lungo sottovalutati. Adesso “sono da affrontare in modo indifferibile. Se non s’interviene efficacemente sul sovraindebitamento di famiglie e imprese, cadute per la prima volta a causa della pandemia nella condizione di debitori insolventi, si amplificheranno le già drammatiche condizioni per il ricorso all’usura e l’accesso della Criminalità organizzata nei tessuti economici e sociali”. Cita, a questo proposito, le rilevazione dell’osservatorio della Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II. Alcune cifre sono estremamente indicative: circa 7,5 milioni di persone indebitate fino all’insolvenza; 6,5 milioni di persone in uno stato di default. Bassetti pone in risalto l’operato di Caritas italiana e delle Caritas diocesane che in questi mesi hanno visto crescere il numero di utenti con necessità materiali e non. Nel periodo maggio-settembre 2020 i “nuovi poveri” sono aumentati del 14% rispetto all’anno precedente (31% al 45%) e quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. È aumentato in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa.

La politica vada oltre la logica delle misure d’urgenza

Il “sollievo temporaneo” non può bastare; bisgona che la politica elabori “una strategia che sia davvero di sistema, anche al fine di impiegare al meglio le risorse in arrivo”, afferma Bassetti. “Occorre disegnare nuovi strumenti e soluzioni sostenibili e innovative dal punto di vista sociale e mettere in campo azioni di prossimità alle situazioni di fragilità economico-finanziaria, attraverso le quali intercettare i soggetti in difficoltà, ascoltarli e aiutarli a compiere le scelte giuste ai primi segnali di allarme senza attendere inerti l’aggravarsi della situazione”, scandisce ancora il Presidente dei vescovi italiani. L’auspicio è che si agisca a livello capillare sul territorio coinvolgendo Istituzioni, Terzo Settore, parrocchie supportate dalle Caritas e dalle Fondazioni Antiusura, “perché nessuno sia lasciato solo di fronte allo sconvolgimento psicologico, economico e spirituale che tutto ciò provoca e per evitare che a farsi prossime siano le organizzazioni criminali”.

La frattura educativa: serve progettualità

Bassetti affronta in conclusione della sua introduzione l’ambito cruciale della sfida educativa – peraltro al centro delle riflessioni dei vescovi italiani nello scorso decennio – e invita alla collaborazione di tutti. “Servono sguardi in avanti, creatività, progettualità. Non pensiamo astrattamente ai bambini, alle famiglie, ai giovani… Operiamo con loro. Invitiamoli a mettersi in gioco – suggerisce – a elaborare idee e progetti per scuole più inclusive, per parrocchie più vive, per percorsi di catechesi rinnovati. Non limitiamoci a mettere in evidenza alle nuove generazioni le fatiche, indiscutibili, di questi giorni, ma aiutiamoli a leggere in profondità quanto stanno vivendo. Riconosciamo la loro resilienza – afferma, infine – comunichiamo loro la convinzione che anche questo è un tempo prezioso per imparare gli elementi essenziali della vita umana. Anche questo è un tempo per crescere, per apprezzare la vita, per prenderci cura di essa, per costruire futuro. Non è tempo perduto, se è tempo di semina e di costruzione”.

Il ringraziamento per la cura liturgica anche nel tempo di pandemia

Nella parte conclusiva della sua introduzione, il cardinale Bassetti ci ha tenuto a ringraziare i parroci, i religiosi e le religiose, i catechisti, gli educatori. “Pur nelle difficoltà e nelle ristrettezze, mai è mancata la proposta liturgica e di educazione alla vita cristiana”, ha detto, raccomandando di continuare ad attenersi ai protocolli di sicurezza. Nella prospettiva di continuare in uno stile di cura reciproca, il porporato ha elogiato la “creatività sorprendente” generata in un tempo di limitazione degli incontri: “esperienze e linguaggi – ha concluso – che sicuramente ci aiuteranno”.