Campobasso, Marcia della pace per imparare “la cultura della cura” e vincere la paura

Vatican News

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“Dialogo tra le generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura” è il titolo della Marcia della pace promossa dall’arcidiocesi di Campobasso, che si terrà oggi pomeriggio alle 15.30 lungo le strade della città molisana. La partenza è fissata dalla chiesa di San Giuseppe, dove, come spiega l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, monsignor GianCarlo Bregantini nella sua lettera di invito, “ascolteremo una puntuale riflessione sul tema del ‘lavoro come pilastro della pace’”. I partecipanti si recheranno poi alla Casa degli Angeli, “dove – informa Bregantini – vivremo il racconto di emigrati che sono stati accolti con affetto dalla Caritas, per poi fare una sosta di riflessione davanti alla chiesa del Sacro Cuore, con lo sguardo all’Istituto tecnico industriale, come luogo dell’educazione, tema dell’anno, nel dialogo con i giovani”.

Tappa sul luogo dell’omicidio di Natale

Tappa significativa sarà quella in via Giambattista Vico, il luogo dove è avvenuto l’omicidio della notte di Natale, una lite tra due giovani del posto finita con un accoltellamento: “È una terra segnata da tanto sangue, per poterlo in certo modo lavare con la nostra presenza, con le nostre lacrime amare, nella consapevolezza che questa morte ha toccato ciascuno di noi, ci riguarda, è un monito per l’intera città”, sottolinea l’arcivescovo nella lettera. E aggiunge: “Occorre reagire, in stile sinodale, per vincere l’indifferenza e la paura”.

La cultura della cura

Risalendo sulla stessa strada, i pellegrini passeranno poi davanti al carcere, “per condividere il dolore dei fratelli ivi ristretti, in un momento di dialogo solidale intergenerazionale”. Da qui, una breve sosta davanti alla stazione ferroviaria, “per riflettere sui tanti giovani che sono costretti a partire, sentendo però la testimonianza di chi, partito per il nord Europa, è poi coraggiosamente ritornato per reinvestire, qui, i suoi talenti come mattone per costruire la pace”. Infine, la conclusione della marcia sarà nella piazza, davanti alla statua del patrono San Giorgio: da lui, spiega Bregantini, impareremo “la forza di lottare contro le ingiustizie, dove daremo spazio adeguato alla voce, attesa, delle nostre autorità cittadine”. “La pandemia ci ha resi consapevoli ancor più della reciproca interconnessione fraterna”, conclude il presule. “La pace è il frutto più bello di questa ‘cultura della cura’”.