Burkina Faso: attaccato un convoglio militare che scortava civili. Decine di vittime

Vatican News

Amedeo Lomonaco e Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Il Burkina Faso continua ad essere scosso da azioni terroristiche. Un attacco contro un convoglio militare che scortava civili nel nord del Paese ha provocato, nella giornata del 18 agosto, la morte di almeno 47 persone, tra cui civili e soldati. Secondo fonti locali, sarebbero stati uccisi anche 58 uomini che facevano parte del gruppo terroristico responsabile dell’offensiva sferrata a 25 chilometri da Gorgadji. Altri miliziani estremisti sono rimasti feriti e sono fuggiti.

Offensiva sferrata nella stagione delle piogge

La zona dove è avvenuto questo nuovo agguato si trova nella provincia di Séno, vicino al confine con Mali e Niger. Si tratta di una area più volte scossa da attacchi condotti da gruppi jihadisti. “Questi attentati  – scrive il quotidiano “Aujourd’hui au Faso” – avvengono nel pieno della stagione delle piogge”. In passato, i gruppi terroristici limitavano le loro azioni durante questo periodo. “D’ora in poi – sottolinea il quotidiano – non si potrà più parlare di tregua pluviale”. Secondo la stampa locale, l’obiettivo dell’offensiva jihadista mira, in quest’ultimo periodo, ad impedire lo svolgimento del lavoro rurale. Il giornale “LeFaso” sottolinea, inoltre, che questi attacchi sono stati compiuti una settimana dopo la conclusione della prima sessione di un processo contro presunti terroristi, tra cui alcuni condannati a 20 anni di reclusione.

L’Africa ha bisogno di pace

Dal 2015 il Burkina Faso è colpito da azioni jihadiste, in particolare nelle regioni del nord e dell’est del Paese. Questi attacchi, spesso preceduti da imboscate, hanno complessivamente provocato oltre 1500 vittime e costretto oltre un milione e trecento mila persone a lasciare le loro case. In diverse occasioni gruppi armati hanno compito incursioni contro la popolazione civile gruppi armati. Nella notte tra il 4 e il 5 giugno, almeno 150 persone sono state massacrate nel villaggio di Solhan, nel nord-est del Burkina Faso. All’Angelus dello scorso 6 giugno, Papa Francesco aveva assicurato la propria preghiera per le vittime di questa strage. “Sono vicino ai familiari e all’intero popolo Burkinabé, che sta soffrendo molto a causa di questi ripetuti attacchi. L’Africa ha bisogno di pace e non di violenza”.

La preghiera del Papa per il Burkina Faso (6-06-2021)

Un Paese ancora in lutto

Il Burkina Faso continua ad essere flagellato dalla piaga del terrorismo. In un comunicato pubblicato lo scorso 7 giugno dopo la strage nel villaggio di Solhan, i vescovi di Burkina Faso e Niger avevano posto una domanda: quando arriverà la fine del tunnel? “Lo spettro terrorista – avevano aggiunto – sta diventando sempre più minaccioso per una popolazione che è tuttavia circondata da basi militari, sia nazionali sia straniere”. Il 12 giugno migliaia di persone si erano radunate a Dori, nel nord del Burkina Faso, per denunciare “l’inerzia” delle autorità dopo il massacro di Solhan. Dopo quella strage, sono arrivate altre drammatiche offensive compiute da gruppi armati. L’ultima, condotta il 18 agosto,  ha portato nuovo dolore e terrore. Ancora una volta, il Paese è in un lutto con la bandiera di nuovo a mezz’asta davanti alla sede del Parlamento.