Buonomo: per tutelare l’ambiente occorre coscienza e competenza

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Mario Galgano – Città del Vaticano

È convinto che la COP26 sarà nello spirito di Laudato si’, perché è questo documento, sostiene, che h dato l’impulso a partire dall’Accordo di Parigi. Il rettore della Lateranense, Vincenzo Buonomo, fa un’analisi di cosa la sua Università abbia messo in campo, per volontà del Papa, allo scopo di trasformare un interesse – la cura del Creato – in “un’adeguata formazione scientifica e tecnica – dice – capace di preparare sacerdoti, consacrati e laici ad essere “professionisti” a servizio della casa comune”. Un percorso che all’inizio del mese ha visto Francesco in persona inaugurare in questo ambito un percorso accademico.
 

In questo anno sulla Laudato Si’, indetto dal Santo Padre, si svolgerà fra pochi giorni a Glasgow in Scozia il summit climatico COP26. Cosa ci si può e deve aspettare da questo incontro e come possono istituti di studio come l’Università da lei presieduta dare un contributo ai dibattiti e alle decisioni da prendere?

La COP26 porterà intorno al tavolo negoziale posizioni diverse, spesso contrapposte e ben note rispetto ai cambiamenti climatici. Ma non possiamo dimenticare che se si è arrivati all’Accordo di Parigi del 2015 è stato anche grazie all’impulso ideale dato dalla Laudato si’ nella sua fase preparatoria. E ancora oggi molte delle parti che saranno presenti a Glasgow trovano in quel testo riferimento e impulso ideale. Ma occorrono decisioni certe e possibili da attuare. Come ha sottolineato anche il Santo Padre nel suo intervento durante l’Atto Accademico, l’Università è un luogo privilegiato di formazione e preparazione, dove i diversi saperi si incontrano, dove studenti e docenti si uniscono per riflettere ed elaborare creativamente nuove strade da percorrere. Dall’Università passa anche lo sforzo per formare la coscienza ecologica e sviluppare la ricerca per tutelare la casa comune. Di qui la responsabilità che abbiamo assunto, come “Università del Papa”, con la nuova proposta curriculare, e cioè proporre una modalità formativa capace di trasformare il solo interesse per l’ambiente in un’adeguata formazione scientifica e tecnica capace di preparare sacerdoti, consacrati e laici a essere “professionisti” a servizio della casa comune, ispirati dall’insegnamento del magistero ecclesiale.

Qual è il messaggio della Laudato sì’ che le sta più a cuore?

La tutela del creato richiede una coscienza formata, capace non solo di osservare e valutare la realtà che ci circonda, ma che sia in grado anche di “incoraggiare le buone pratiche, per stimolare la creatività che cerca nuove strade, per facilitare iniziative personali e collettive”, utilizzando gli strumenti che sono propri delle scienze naturali e sociali – come indica la Laudato si’ (n. 177). Non si tratta solo di riflettere e di richiamare quindi l’attenzione sulla crisi – globale e specifica insieme – che investe il rapporto tra il degrado della casa comune e l’esistenza umana sul pianeta, ma occorre prepararsi per saper disporre, utilizzare e governare gli strumenti che derivano da una solida formazione e quindi dalla ricerca scientifica.

Qual è il significato dell’Atto accademico con cui il Papa ha istituito nell’Ateneo pontificio il Ciclo di studi in “Ecologia e Ambiente”, insieme all’annuncio della prossima creazione di una cattedra specifica sull’Educazione al futuro della sostenibilità, in sinergia con l’Unesco?

Di fronte alla sfida ecologica sono molteplici e articolati gli interrogativi che coinvolgono il mondo accademico chiamato, per sua natura e missione, a scelte che domandano responsabilità, preparazione e azioni concrete. Per le Università, anche per la Lateranense, questo significa proporre non solo processi educativi e percorsi di formazione, ma andare oltre la conoscenza dei fatti e dei problemi per avviare processi in grado di fornire risposte concrete e competenti, nella consapevolezza che “il tempo è superiore allo spazio”, secondo l’insegnamento di Francesco. Questo significa un’attività di ricerca in grado di esprimere l’unità del sapere e lo spazio in cui operano persone che sono in grado di agire con la dovuta competenza. In questo obiettivo è possibile sintetizzare il significato del nuovo percorso di Studi in Ecologia e Ambiente che rappresenta non solo un’innovazione negli studi ecclesiastici, ma anche una forma di creatività. Al suo interno opererà la specifica “Cattedra Unesco sulle Sfide all’Educazione dei giovani alla sostenibilità”; dunque un percorso articolato e complesso, ormai necessario di fronte alla generale convinzione di essere giunti ad un punto di non ritorno, perché, come ha indicato Papa Francesco, “abbiamo sovvertito le leggi dell’ordine naturale rendendo sempre più difficile la vita sulla terra e la vita della terra”.