Big Bob nella stanza dell’esecuzione. Sottrarre una vita al maligno

Vatican News

di Dale S. Recinella

Quando torno alla casa della morte dopo il fine settimana, Robert è pronto a caricarmi di domande. Parte a raffica ancora prima che il sergente porti una sedia da mettere nel corridoio fuori dalla porta della sua cella.

“Non sono sicuro di come farlo”, si tuffa a capofitto Big Bob mentre sto ancora sistemandomi sulla sedia appena arrivata.

“Aspetta, aspetta, aspetta…” Alzo le mani verso le sbarre, palmi in fuori, implorando e ridendo allo stesso tempo. “Robert… tu sei stato qui tutto il fine settimana. Io sono appena arrivato dopo aver guidato attraverso tutto lo stato ed aver subito una perquisizione a fondo dalle guardie all’ingresso, fin nei calzini e nella biancheria intima”.

“Vuoi dire che ti hanno lasciato addosso i calzini e le mutande quando la sicurezza ti ha perquisito stamattina?” Robert e la schiera di guardie nella casa della morte stanno ridendo a crepapelle del mio evidente disagio per questo argomento.

“Beh, per lo più addosso” la mia scrollata di spalle e le mie parole difensive farfugliate scatenano un altro giro di risate. Per un breve secondo, mentre si sganasciano, mi fermo a osservare il cerchio di facce ridenti che mi circondano nella casa della morte in Florida questa mattina. Queste guardie sono tutti ragazzi di campagna come Robert. La loro vita ha molto di più in comune con la vita di Big Bob di quanto non l’abbia con i politici del Campidoglio che chiedono loro di ucciderlo.

“Ho bisogno di un momento per adattarmi a questo ambiente, signore”, mi rivolgo alla guardia in uniforme con il grado più elevato.

“Non ci metta troppo tempo, Cappellano”, risponde con fermezza ma gentilmente, indicando le videocamere sul soffitto che sono collegate agli uffici del Governatore, del Procuratore Generale e dell’Ufficio Centrale del sistema carcerario, tutti a Tallahassee. “Non siamo soli oggi di sicuro.”

Anche Robert interviene: “Davvero, non metterci troppo tempo, fratello Dale, perché ho bisogno di alcune risposte”.

“E le avrai.” Sorrido e faccio un cenno a Big Bob, confermando che è stato ascoltato e che risponderò alle sue domande.

“Lei è nei guai oggi, Cappellano”, il sergente della casa della morte, posizionato fuori dalle sbarre all’ingresso di quest’ala, simula ironica simpatia nei miei confronti. “Big Bob ha preparato il carico per lei tutto il fine settimana e si è esercitato ponendo a noi le sue domande.”

“Bene, se avete già risposto a tutte le domande di Robert, sono sicuro che il mio lavoro qui è finito. Posso solo prendere un’altra tazza di caffè per la strada e tornare a casa a Tallahassee”.

“Non così in fretta, Cappellano,” Robert e le guardie della casa della morte parlano all’unisono. “Non può andartene finché non risponde alle sue domande e alle nostre”.

“Bene!” Rido fingendo di arrendermi: “Ma mi avete convinto che è meglio che inizi con un altro po’ di caffè. Caffè forte, nero, appena fatto!”

“È già pronto!” il sergente sorride mentre mi porge attraverso le sbarre una tazza di polistirolo colma fino all’orlo.

“Grazie signore. Posso restare su questa sedia, qui?”

“Andrà benissimo.”

“Che ne dice se comincio con Robert?”

Robert è pronto. “Allora, fratello Dale. Se qualcuno ha detto per tutta la vita che odia Gesù e i suoi seguaci, e poi a questo punto, sul punto di essere messo a morte, dice: Gesù salvami! Gesù salvami!”, Big Bob si torce le mani in finta disperazione e si strofina i pugni negli occhi fingendo di asciugare lacrime inesistenti. “Quanto è ipocrita! Perché qualcuno dovrebbe prenderlo sul serio?”

“Alcune persone potrebbero disdegnarlo, Robert. Ma Dio lo prenderà sul serio se la persona farà sul serio nel suo cuore.”

“Come facciamo a sapere se la persona fa sul serio nel suo cuore?”, la guardia in piedi accanto al muro alla mia destra insinua rapidamente la sua domanda.

“Non lo sappiamo, signore. La Scrittura ci dice che solo Dio conosce il cuore umano”.

“Allora, perché ci preoccupiamo di tutte queste storie di salvezza per gli…?” La sua voce si affievolisce quando si rende conto che la sua domanda potrebbe suonare più accusatrice di quanto intendesse.

“…Per gli assassini?”, completo la frase per lui. “Affrontiamo questo argomento prima di passare a un’altra domanda”.

“La nostra fede cristiana ha una ricca tradizione, documentata attraverso la storia, di assassini e altri criminali che vengono a Cristo nel momento finale della loro vita. Dio e gli uomini vedono questa situazione in modo molto diverso”.

“Come fa a sapere come la vede Dio?” il mio sergente cristiano mi tiene sui carboni ardenti.

“Perché Gesù ci ha detto nel Vangelo come la vede Dio”. Apro la mia Bibbia a Mt.20 e leggo ad alta voce per Big Bob e per il gruppetto nella casa della morte.

Gli operai nella vigna

1.    Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 

2.    Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. 

3.    Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati 

4.    e disse loro: ‘Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò’. Ed essi andarono. 

5.    Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. 

6.    Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: ‘Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?’ 

7.    Gli risposero: ‘Perché nessuno ci ha presi a giornata’. Ed egli disse loro: ‘Andate anche voi nella mia vigna.’

8.    Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: ‘Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. ‘

9.    Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 

10. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno. 

11. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: 

12. ‘Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo.’ 

13. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: ‘Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? 

14. Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. 

15. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?’ 

16. Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi”.

“Quindi, Robert, sulla base delle stesse parole di Gesù, la tua decisione di avvicinarti a Lui nella casa della morte è valida: Dio la accetta”.

Anche il sergente della casa della morte che ha letto silenziosamente insieme a me la sua Bibbia di Re Giacomo annuisce: “Questo è ciò che dice la mia Bibbia. Sembra abbastanza chiaro. Ma non avevi altre domande, Big Bob?”

“Beh sì. Ho ancora dei dubbi sulla fede, dai quali non riesco a liberarmi. Come può Dio accettarmi se ho dei dubbi?”

“Il racconto, nel Vangelo di Marco, di Gesù che guarisce un ragazzo con un demone chiarisce che la nostra incapacità di sradicare i dubbi non costringe Gesù ad arrendersi”, rispondo riaprendo la Bibbia e leggendo di nuovo ad alta voce.

 La guarigione di un ragazzo indemoniato

14. E giunti presso i discepoli, li videro circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loro. 

15. Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. 

16. Ed egli li interrogò: “Di che cosa discutete con loro?”. 

17. Gli rispose uno della folla: “Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. 

18. Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”. 

19. Egli allora in risposta, disse loro: “O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me”. 

20. E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando. 

21. Gesù interrogò il padre: “Da quanto tempo gli accade questo?”. Ed egli rispose: “Dall’infanzia; 

22. anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci”. 

23. Gesù gli disse: “Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede”. 

24. Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: “Credo, aiutami nella mia incredulità”. 

25. Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: “Spirito muto e sordo, io te l’ordino, esci da lui e non vi rientrare più”. 

26. E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: “E’ morto”. 

27. Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi. [Enfasi in grassetto dell’Autore]

“Quindi, Robert, puoi onestamente dire: ‘Signore, io credo. Aiutami nella mia incredulità’?”

“Sì, ma perché Gesù dovrebbe accettarlo?”

“Robert, la Scrittura ci dice in Mc 9,24 che Gesù lo accetta. Non dobbiamo sapere perché”.

A tutte le domande poste da Robert e dalle guardie della casa della morte, la risposta chiara della Scrittura è coerente. Gesù e il Suo potere di guarire, perdonare e ripristinare il bene sono molto più grandi del nostro potere di fare il male. Dio vince.

Condivido il racconto biblico di San Disma, spesso indicato come il criminale condannato che ha rubato il paradiso. Poi leggo il racconto scritturale dal Vangelo di Luca. Robert e le guardie nella casa della morte stanno tutti ascoltando attentamente o seguendo i testi sulle loro Bibbie.

La Crocifissione

32. Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati.

33.  Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. 

34. Gesù diceva: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.

35. Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: “Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto”. 

36. Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano: 

37. “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”. 

38. C’era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

39. Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”. 

40. Ma l’altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 

41. Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”. 

42. E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. 

43. Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”.

“Robert, questo non è uno scherzo, non è una favoletta per bambini.” C’è un silenzio totale nella casa della morte, tranne la mia voce. Nessuno commenta o si muove.

“Io credo con tutto il cuore che se accetti il Battesimo questo pomeriggio e ti astieni dal peccare durante la tua esecuzione questa sera, passerai direttamente da quella barella alle braccia di Cristo, proprio come il criminale crocifisso accanto a Gesù. Allora, Robert, qual è la tua decisione?”

Dopo pochi minuti, molto lunghi, Robert chiede: “Quindi, quando vado in paradiso e incontro i cristiani che mi odiavano, come spiego loro di essere lì?”

“Questo non è un tuo problema, amico mio. Se fossi in te, li saluterei sfoderando il più grande sorriso che tu abbia mai avuto e direi loro: ‘Sono sicuro che ti ricordi di me: sono Big Bob. E sono felice che ce l’abbia fatta anche tu.’ Dio, gli angeli e i santi si prenderanno cura del resto”.

“E, Robert, quando arriverà il mio momento di presentarmi alle porte del paradiso, mi appetterò di trovarti lì a salutarmi.”

Alle 14:30, poco prima che la squadra della morte lo portasse via e lo legasse al lettino per l’esecuzione, Big Bob ricevette con gioia il battesimo nella grazia salvifica del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.

Due giorni dopo, tornato a Tallahassee, ricevo una telefonata da uno dei più alti funzionari del sistema carcerario statale. Dopo esserci scambiati i saluti, passa al discorso serio.

“Fratello Dale, volevo riuscire a parlarle prima che tornasse al carcere. Ci sono molte voci che circolano nei locali della prigione e dicono che la conversione di Big Bob non fu reale. Io sono stato lì, nella stanza dove lo abbiamo legato al lettino e nella camera dell’esecuzione, per tutto il tempo. E volevo che lei sapesse che era completamente reale. Ad ogni persona che entrava in quella stanza, Big Bob voleva leggere le Scritture che gli avevano fatto cambiare idea. Tutto il resto che sentirà dire sono solo pettegolezzi”.

«Grazie per avermelo fatto sapere, signore. Questo è ciò che avevo ipotizzato, ma è sempre confortante riceverne la conferma”.