Chiesa Cattolica – Italiana

Bassi, Fafce: “La Giornata mondiale dei nonni è un’intuizione profetica”

Federico Piana- Città del Vaticano

Il 2 Febbraio celebriamo “la festa della Presentazione di Gesù al Tempio, quando Simeone e Anna, entrambi anziani, illuminati dallo Spirito Santo, riconobbero in Gesù il Messia. Lo Spirito Santo suscita, ancora oggi, negli anziani, pensieri e parole di saggezza: la loro voce è preziosa perché canta le lodi di Dio e custodisce le radici dei popoli”.

Nel dopo Angelus di domenica scorsa, Papa Francesco ha voluto legare l’annuncio dell’istituzione della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani – fissata per ogni quarta domenica di Luglio, in prossimità della Festa dei santi Gioacchino ed Anna, nonni di Gesù- al ricordo di quando Maria e Giuseppe portarono Gesù al Tempio di Gerusalemme per la presentazione al Signore, come prevedeva la legge mosaica, e qui furono proprio due anziani a leggere, nel piccolo bambino avvolto in fasce, il volto di Dio: “Gli anziani – ha affermato il Papa- ci ricordano che la vecchiaia è un dono e che i nonni sono l’anello di congiunzione tra le generazioni, per trasmettere ai giovani esperienza di vita e di fede”. Vincenzo Bassi, presidente della Fafce, la Federazione delle Associazioni familiari cattoliche europee, esprime gratitudine per la scelta del Papa che definisce profetica, provvidenziale.

Ascolta l’intervista a Vincenzo Bassi

Perché reputa questa decisione profetica?

R.- Perché il Papa ci stimola a considerare il fatto che nessuno deve essere escluso dalla nostra società. E’ coerente con ciò che ha sempre detto: non deve esistere lo scarto, siamo tutti all’interno di una stessa, grande, famiglia. La Giornata mondiale dei nonni e degli anziani non è una ricorrenza nella quale dobbiamo pensare alle persone anziane come monadi ma come una parte essenziale delle nostre famiglie.

Però, in molti casi, non è così. Secondo lei come mai?

R.- Abbiamo considerato gli anziani come soggetti esterni alle famiglie, e questo è un errore. Il Papa, invece, ci dice chiaramente che gli anziani sorreggono l’equilibrio generazionale. Devono far parte di famiglie al cui interno c’è dialogo, confronto, amore. Ovviamente, con tutte le difficoltà dei casi.

Gli anziani sono un motore fondamentale anche per l’Europa?

R.- Partiamo da un presupposto: la vita fuori dalla famiglia è triste. La famiglia aiuta a dare alla società il senso di unità di cui ha bisogno. In questo contesto, gli anziani non sono un motore solo perché svolgono attività pratiche per i figli o i nipoti: sono centrali perché permettono la crescita dei valori e dell’umanità. E tutto ciò lo fanno anche quando non sono autosufficienti, grazie al loro esempio.

Quali politiche possono essere attuate dagli Stati per aiutare gli anziani?

R.- Dobbiamo uscire dalla logica meramente assistenziale. Se vogliamo davvero una politica inclusiva, dobbiamo aiutare le famiglie a riscoprire il vero senso dell’abitare: i piccoli spazi degli appartamenti dovrebbero lasciare il posto a quelli più grandi delle case, nelle quali poter ospitare anche i nostri anziani, anche se fragili. Insomma, bisognerebbe riscoprire un abitare inclusivo.

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