Amici con le zampe in ospedale, un progetto per supportare i bambini con malattie gravi

Vatican News

Francesca d’Amato – Città del Vaticano

A ridosso delle feste natalizie, il regalo che i bambini del Centro per le cure palliative pediatriche di Passoscuro sono in procinto di ricevere, è l’affetto e il calore di un amico a quattro zampe. Il progetto “Un amico con le zampe in ospedale” nasce grazie al sostegno dell’ENCI (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) e l’unità operativa di psicologia clinica dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Il Centro per le Cure palliative pediatriche del nosocomio vaticano è dedicato all’accoglienza di bambini e adolescenti con malattie rare, inguaribili, ad alta complessità assistenziale.

L’obiettivo del progetto è affidarsi ai concreti benefici che un sano rapporto bimbo-animale può offrire, apportando un reale benessere fisico e psichico nella sfera dell’individuo. La spensieratezza, il gioco e l’affetto che un amico a quattro zampe può donare, fa riscoprire ai bimbi che ormai vivono la loro quotidianità in ospedale, le piccole gioie e le distrazioni dell’infanzia.

Il progetto

Ogni seduta ha una durata di circa 20 minuti, durante la quale gli animali e i loro istruttori, vengono vestiti per le feste di Natale e donano i regali ai bambini. L’iniziativa è stata inaugurata il 16 novembre 2022 e durerà sino a metà febbraio 2023, con la speranza di poter rinnovare il progetto anche nei mesi successivi. Il punto di forza di questo approccio che ha solide basi dal punto di vista scientifico, è coinvolgere non soltanto i bambini, ma anche la loro famiglia e il personale sanitario dell’ospedale. Il progetto “Un amico con le zampe in Ospedale” conterà circa 20 incontri svolti con cadenza settimanale, durante i quali l’equipe di istruttori ei loro animali, incontreranno i bambini e le loro famiglie, per un momento ludico e spensierato da condividere insieme.

Ascolta l’intervista a Teresa Grimaldi Capitello

Effetti e benefici della Pet Therapy

Per i bambini che sperimentano sin dalla più tenera età, una condizione medica e fisica fragile, l’ambiente ospedaliero può diventare il più delle volte ostile e impattante anche per la psiche. L’intenzione è quindi quella di creare un clima ospedaliero positivo, per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria, sia nel Centro per le cure palliative pediatriche sia nell’ospedale.

“Sono stati riscontrati – afferma ai microfoni di Radio Vaticana- Vatican News – la dottoressa Teresa Grimaldi Capitello – degli effetti benefici sulla riabilitazione di alcuni ragazzi, soprattutto quelli con patologie neurologiche. Oltre che un miglioramento nella qualità della vita, nella percezione dell’ansia e dei sintomi depressivi nella famiglia dei pazienti, ma anche per prevenire il cosiddetto burn-out degli operatori sanitari”.

A risentire del clima il più delle volte pesanti dell’ospedale, sono infatti anche i medici e gli infermieri stessi, per i quali è sempre più frequente la sindrome del burn-out, ovvero una risposta individuale a una situazione professionale percepita come logorante dal punto di vista psicofisico. “Gli effetti della Pet therapy infatti – afferma Grimaldi – sono stati sperimentati sia in età pediatrica che in età adulta, e svolgono una comprovata efficacia, in tutte le fasce d’età”.

Le terapie non farmacologiche

La vera risoluzione per curare in modo permanente i pazienti è “intervenire non solo con terapie farmacologiche ma anche non farmacologiche” afferma Grimaldi. Per terapia non farmacologica si intendono degli incontri assistiti con tutti quegli animali che rientrano nella categoria dei “pet”, ovvero animali addomesticabili, tra questi anche i cavalli, con i quali è possibile svolgere la riabilitazione equestre. “Altre terapie consistono anche nella musicoterapia – spiega Grimaldi – che abbiamo già sperimentato nel servizio di nefrologia per i bambini in emo-dialisi. Soprattutto quando parliamo di musica-live, è molto efficiente”. La qualità dell’assistenza per i pazienti che soffrono di una malattia cronica, corrisponde a una qualità della vita migliore. “Spesso anche la famiglia si trasferisce in ospedale, e poi bisogna considerare che parliamo di bambini in crescita” afferma Grimaldi. Sono presenti anche dei progetti che inglobano l’educazione scolastica nell’ospedale, e progetti ludico-terapeutici, che hanno la funzione di ricostruire la normale quotidianità nella vita dei bambini, interrotta dall’ospedalizzazione. L’obiettivo è far crescere nei bambini un atteggiamento di resilienza e di sana autostima, sconfiggendo ansia e depressione, per affrontare il percorso curativo con tutta la forza e la speranza possibile.