Alla scoperta del Palazzo della Cancelleria

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L’APSA organizza una visita guidata per i giornalisti tra le bellezze del maestoso edificio rinascimentale

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Una preziosa occasione per lasciarsi rapire dalle meraviglie poco conosciute di Palazzo della Cancelleria. Martedì 12 settembre, alle 11.30, l’APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) invita i giornalisti interessati a partecipare a una visita guidata negli ambienti di uno dei palazzi più prestigiosi di Roma. Quanti vorranno aderire saranno accolti presso la Sala Vasari, dove il presidente dell’Apsa, monsignor Nunzio Galantino, rivolgerà un discorso introduttivo, seguito da un saluto del direttore della Direzione Editoriale del Dicastero per la Comunicazione, Andrea Tornielli. Saranno presenti anche l’architetto Maria Mari, il professore di “Storia dell’architettura” alla Facoltà di Ingegneria di Roma Tor Vergata Claudia Conforti e l’ingegnere Mauro Tomassini. Questi ultimi hanno partecipato ai recenti lavori di restauro che hanno interessato i fronti esterni dell’edificio rinascimentale.

Storia e architettura del Palazzo

L’imponente palazzo, tra Campo de’ Fiori e corso Vittorio Emanuele II, fu costruito per volere del cardinale Raffaele Riario, nipote di Sisto IV, su un primo nucleo architettonico risalente all’epoca di Papa Damaso. Il fabbricato, con il fronte principale in travertino, fu sede della Cancelleria Apostolica, prima di ospitare, ai nostri giorni, la Penitenzieria Apostolica, la Segnatura Apostolica e la Rota Romana.

Attraverso il portone principale, aggiunto nel XVI secolo da Domenico Fontana, si giunge nel grande cortile rettangolare a tre ordini, di attribuzione bramantesca Un imponente scalone conduce al piano nobile del Palazzo, al cui interno si susseguono ambienti di residenza, per il cerimoniale e per la liturgia sontuosamente decorati, come la sala dei “Cento Giorni” affrescata da Giorgio Vasari. Nell’ipogeo dell’edificio, raggiungibile attraverso le sale al pianterreno, è conservato il sepolcro romano del console Aulio Irzio, completamente immerso nell’acqua del canale artificiale, ancora visibile, l’Euripus, realizzato in epoca romana per far defluire le acque dalle Terme di Agrippa sino al fiume Tevere.