Francesco: fioriscano i semi di incontro e speranza sparsi a Cipro e in Grecia

Vatican News

Gabriella Ceraso – Città del Vaticano 

L’umiltà di Maria che non ha occhi per sè ma solo per Dio e così ci indica la strada della santità: al termine della riflessione che ha accompagnato la preghiera dell’Angelus nella Solennità dell’Immacolata Concezione, Francesco torna sul suo 35.mo Viaggio apostolico che lo ha visto pellegrino tra i “cari popoli” di Cipro e di Grecia, dal 2 al 6 dicembre.

“A tutti ripeto grazie”: Francesco include i fedeli che lo hanno accompagnato con la preghiera da lontano, ma anche le autorità civili e religiose e le popolazioni che con “affetto e gentilezza” lo hanno accolto, quindi si sofferma sui punti salienti e l’insegnamento tratto da questo prezioso viaggio all’insegna della fratellanza e della carità che ha svelato il dramma e la solitudine di migliaia di migranti: 

Cipro è una perla nel Mediterraneo, una perla di rara bellezza, che però porta impressa la ferita del filo spinato, il dolore per un muro che la divide. A Cipro mi sono sentito in famiglia; ho trovato in tutti dei fratelli e delle sorelle. Conservo nel cuore ogni incontro, in particolare la Messa allo stadio di Nicosia.

Cipro sia laboratorio di fraternità

Poi tornando con la memoria all’incontro col “caro Fratello ortodosso Chrysostomos” Francesco si sofferma sulle parole che l’arcivescovo ha dedicato alla “Chiesa Madre” che ci “accompagna, ci custodisce, ci fa andare avanti, tutti fratelli”. Quindi formula il suo augurio con le parole usate proprio durante il Viaggio:

Il mio augurio per Cipro è che sia sempre un laboratorio di fraternità, dove l’incontro prevalga sullo scontro, dove si accoglie il fratello, soprattutto quando è povero, scartato, emigrato. Ripeto che davanti alla storia, davanti ai volti di chi emigra, non possiamo tacere, non possiamo girarci dall’altra parte.

Lasciamoci scavare dalla sofferenza degli scartati

Il tema della migrazione, del Mediterraneo “cimitero” che divide e non avvicina, ha segnato profondamente il Viaggio così come volti, sguardi e parole di quanti a Cipro, come a Lesbo, hanno avvicinato Francesco. Per questo il Papa torna a citarli con un invito pressante:

A Cipro, come a Lesbo, ho potuto guardare negli occhi questa sofferenza: per favore, guardiamo negli occhi gli scartati che incontriamo, lasciamoci provocare dai visi dei bambini, figli di migranti disperati. Lasciamoci scavare dentro dalla loro sofferenza per reagire alla nostra indifferenza; guardiamo i loro volti, per risvegliarci dal sonno dell’abitudine!

In Grecia: la mistica dell’insieme e i valori della storia

Anche la tappa in Grecia, la seconda del Viaggio a partire dal 4 dicembre scorso, torna nelle parole di Francesco oggi, sempre con sentimenti di gratitudine per l'”accoglienza fraterna” ma anche con l’ammirazione

Custodisco nel cuore questa fraternità. Affido alla Santa Madre di Dio i tanti semi di incontro e di speranza che il Signore ha sparso in questo pellegrinaggio. Vi chiedo di continuare a pregare perché germoglino nella pazienza e fioriscano nella fiducia.