50° Caritas Italiana. Tagle: servire i poveri per amore, non per

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Isabella Piro – Città del Vaticano

Qual è il significato dell’Amore? Lo spiega il cardinale Tagle, intervenendo, nel pomeriggio di oggi, al momento di preghiera “La via della carità”, organizzato presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura, a Roma, in occasione del mezzo secolo di attività della Caritas Italiana. Il prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli e presidente della Caritas Internationalis sottolinea che l’Amore, in senso cristiano, “non è un’idea, un’emozione”, bensì “un modo di agire”, un modo per far “funzionare i doni dello Spirito”.

Lavorare per il bene comune

Tre i punti sui quali il porporato articola la sua riflessione: con il primo, afferma che i doni dello Spirito non devono diventare “un’occasione per sentirsi superiori agli altri” o per realizzare i propri interessi personali. Essi, infatti, non sono “conquiste o proprietà”, ma devono essere messi a frutto per il bene comune. Di qui, il richiamo che il cardinale Tagle fa alla Caritas affinché non ceda alla tentazione di “gonfiare il proprio ego”, servendo il prossimo solo per “farsi ammirare”, “con ipocrisia”. Al contrario, bisogna porsi al servizio dell’altro per amore. “Serviamo perché amiamo”, ribadisce il prefetto per l’Evangelizzazione dei popoli.

Il dono è più prezioso del profitto

Poi il cardinale Tagle attinge ai suoi ricordi personali per dare una testimonianza concreta di cosa significhi, nel quotidiano, “essere Caritas”: racconta di una donna libanese dedita alla cura dei migranti; di una volontaria nel campo profughi di Idomeni, in Grecia, e poi di un povero, privo di tutto, ma così desideroso di donare un pacco di biscotti allo stesso porporato da correre a perdifiato dietro alla sua autovettura. “Questo è il potere che hanno gli ultimi – spiega il prefetto vaticano – ovvero offrire la Buona Novella”. E questo dimostra che “il dono è più prezioso del profitto”.

L’impegno della Caritas in tempo di pandemia

Come terzo punto, il presidente della Caritas Internationalis invita alla sensibilità, quella che deriva dall’Amore e che ci rende “pazienti e comprensivi, rispettosi e umili” nei confronti di chi soffre. “La sofferenza ci rende fratelli”, aggiunge il Cardinale Tagle, ricordando anche i tanti operatori della Caritas che si sono prodigati in tempo di pandemia da Covid-19. Di qui, l’esortazione conclusiva del porporato all’organismo caritativo italiano: “Raccogliere storie di coraggio, solidarietà e amore”, perché “la carità non avrà mai fine”. A presiedere il momento di preghiera è Monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, presidente della Caritas Italiana, affiancato dal direttore dell’organismo, don Francesco Soddu. Nel corso della celebrazione, si alternano orazioni e riflessioni, tratte da testi del magistero pontificio.

L’udienza con Papa Francesco

Nata nel 1971, per volere dell’allora Pontefice Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II, la Caritas Italiana è un organismo pastorale della Cei (Conferenza episcopale italiana) che si articola in 220 Caritas diocesane dislocate su tutto il territorio della Penisola. In vista del 50.mo anniversario, due anni fa è stato avviato un percorso di riflessione e approfondimento, suddiviso in due tappe: la prima (2019-2020) è stata incentrata sui nuovi scenari e i mutati contesti in cui si vive, oggi, il mandato della Caritas; mentre la seconda tappa (2020-2021) è stata pensata per individuare le principali sfide che si prospettano per l’organismo nei prossimi anni. Per domani, 26 giugno, è attesa l’udienza con Papa Francesco.